Descrizione
La Chiesa di San Giovanni Evangelista a Portogruaro, un luogo che racchiude secoli di storia, arte e spiritualità. Questa chiesa, situata nell'omonimo borgo, appena fuori dalla porta medievale di San Giovanni, è un vero gioiello da scoprire.
Un Viaggio Attraverso la Storia
La sua fondazione risale al 15 maggio 1338, per volere di Giovanni Gladiol, che ne finanziò la costruzione e dispose che il diritto di nomina del sacerdote spettasse alla Comunità di Portogruaro. La chiesa, nel corso dei secoli, ha avuto una storia ricca di passaggi di proprietà e di nomi:
• Nel 1493, fu ceduta ai Domenicani, i quali la ampliarono e vi istituirono un convento. È in questo periodo che la chiesa fu conosciuta anche come Santa Maria delle Grazie. I Domenicani, presenti a Portogruaro fino al 1656, erano particolarmente devoti alla diffusione del rosario.
• A seguito di un decreto pontificio per finanziare la Repubblica di Venezia nella guerra contro i Turchi, il convento domenicano fu soppresso e acquistato dal Comune di Portogruaro nel 1661.
• Nel 1672, la chiesa e il convento furono affidati all'ordine dei Servi di Maria, o Serviti, che vi risiedettero fino alla loro soppressione nel 1773.
• Nel 1796, l'ex convento divenne la sede dell'ospedale di San Tommaso dei Battuti, precedentemente ubicato all'interno delle mura cittadine.
• Durante la costruzione del nuovo ospedale, approvata nel 1853, la chiesa subì importanti interventi, tra cui la sopraelevazione del campanile e la sistemazione del tetto.
L'Esterno: Semplicità e Dettagli Storici
L'edificio si presenta oggi come una semplice costruzione in mattoni a vista, con una facciata a capanna dominata al centro da un rosone, la cui riapertura è frutto del restauro promosso nel 1923 dal cappellano don Luigi Martin e affidato all'ingegnere Antonio Del Pra, che comportò anche la chiusura delle due finestre laterali. Il portale d'ingresso, trabeato e sormontato da un timpano, fu realizzato nel 1550 dal lapicida portogruarese Rinaldo. I suoi battenti sono stati decorati con le effigi a rilievo dei quattro Evangelisti. Queste opere sono state eseguite nel 1989 da Angelo Conella, artista di San Stino di Livenza. È interessante notare che su alcune fonti, lo scultore è indicato come Antonio Gonella e l'opera datata al 1990.
L'Interno: Un Viaggio Figurativo e Simbolico
L'aspetto attuale dell'interno della chiesa risale ai lavori eseguiti tra il 1925 e il 1927. In quel periodo, per allargare l'odierna via Spiga, vennero demolite le cappelle lungo il fianco destro e successivamente anche quelle sul lato sinistro. Fu allora che, con la rimozione del controsoffitto a cassettoni settecentesco, riaffiorarono gli straordinari affreschi cinquecenteschi, rimasti nascosti per secoli sotto strati di calce e intonaco.
Gli Affreschi: Una Bibbia Illustrata
Questi affreschi, la cui attribuzione è incerta ma ricondotta all'ambito di artisti come Giovanni Antonio de' Sacchis (il Pordenone) o Pomponio Amalteo, rappresentano un vero "gioiello di storia e pittura sacra". Realizzati probabilmente su commissione dei Domenicani, furono oggetto di un importante restauro tra il 1981 e il 1982. Il ciclo pittorico si articola su quattro registri sovrapposti, creando una narrazione visiva che invita lo sguardo a salire dal terreno al divino:
• La prima fascia, sul registro più basso, raffigura i grandi profeti dell'Antico Testamento – Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele – insieme a patriarchi e re biblici come Giacobbe, Davide e Salomone. Essi annunciano la venuta di Cristo, collegando la promessa alla salvezza.
• La seconda fascia illustra la condizione umana, dal peccato originale alla speranza di redenzione, con allegorie di frutti, animali, piante e strumenti musicali che richiamano le conseguenze del peccato e la possibilità di ritrovare la grazia divina.
• La terza fascia ospita gli Evangelisti (sulla parete sinistra) e i quattro Dottori della Chiesa latina: Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio (sulla parete destra), figure che fungono da pilastri della fede e dell'insegnamento cristiano.
• La quarta fascia richiama la Passione di Cristo attraverso simboli come la croce, i chiodi, la colonna della flagellazione e la corona di spine, invitando alla meditazione sul sacrificio eucaristico. Il soffitto a capriate lignee è decorato con putti, oggetti liturgici e simboli della Passione di Cristo, mentre in alto tra le imposte delle capriate sono dipinti putti, angeli musicanti, gigli, rose e stelle. Questi elementi non erano solo ornamentali, ma veri e propri strumenti di catechesi, come i gigli simbolo di purezza e di Maria, le rose allusione al Rosario caro ai Domenicani, e le stelle a rappresentare la vita eterna.
La Cappella dell'Addolorata
Lungo la parete sinistra della chiesa si apre la Cappella dell'Addolorata, costruita dai Serviti nel 1742. Al centro, un'elegante edicola in marmi policromi custodisce la statua dell'Addolorata, per la quale i Serviti nutrivano una particolare devozione, tanto da portarla in processione per invocare la pioggia nei periodi di siccità. Dietro l'altare, in una nicchia, si trova una statua lignea del Cristo morto del XVIII secolo. Il soffitto è decorato da un affresco raffigurante l'Assunzione di Maria, attribuito al veneziano Andrea Urbani (1711-1798), che intervenne anche sulla volta del presbiterio. Durante il restauro del 1938, Anton Gino e Vittorio Filippi realizzarono la nuova decorazione delle pareti, mentre il fiorentino Guido Polloni creò le due vetrate raffiguranti la Presentazione di Gesù al tempio e Cristo deposto dalla croce. La cappella ospita anche due dipinti: l'Incredulità di San Tommaso (ignoto, prima metà del Cinquecento) e Santa Filomena di Michelangelo Grigoletti (1840 circa). Durante le festività natalizie, qui viene allestito l'antico presepe risalente al tempo dei Serviti.
Altre Opere e Sculture
Prima dell'ingresso al presbiterio, sulla sinistra, si trova la statua della Madonna del Rosario in trono con Bambino, opera lignea policroma e dorata del XVIII secolo, portata in processione la prima domenica di ottobre. Sulla destra, è presente un'altra, più piccola, scultura lignea della Madonna del Rosario, realizzata da Francesco Terilli nel 1612. Questa immagine antica fu poi sostituita dall'attuale statua della Madonna, opera dell'artista di Udine Luigi Pizzini, esposta per la prima volta il 5 ottobre 1896. Questa scultura è stata restaurata con un nuovo Bambin Gesù e rimessa a disposizione dei fedeli il 5 ottobre 2008, e in suo onore ancora oggi si celebra la "Festa della Madonna del Rosario". Tra le arcate della parete destra della chiesa sono ospitate tre statue:
• La Madonna con Bambino benedicente, venerata come "Madonna del latte", datata alla prima metà del XIV secolo e considerata coeva alla costruzione della chiesa. Scolpita in pietra d'Istria, presentava originariamente dorature e parti policrome.
• Le statue in legno di Sant'Antonio di Padova e di San Francesco d'Assisi, eseguite probabilmente tra il 1912 e il 1913 dallo scultore tirolese Fredinando Stuflesser.
Il Presbiterio
Separato dalla navata da una balaustra marmorea, il presbiterio accoglie un'importante pala d'altare (290 x 150 cm) incorniciata in legno dorato, raffigurante i Santi Giovanni Evangelista, Giovanni Battista, Stefano, Lorenzo, Domenico e Tommaso d'Aquino. La tela è firmata da Leandro Dal Ponte (1557-1622), figlio del celebre Jacopo "Bassano". La presenza dei santi Domenico e Tommaso suggerisce che l'opera sia stata commissionata quando i Domenicani officiavano la chiesa. Sulle pareti sono state recentemente collocate due piccole tele cinquecentesche, raffiguranti San Tommaso d'Aquino a colloquio col Crocifisso e Santa Chiara d'Assisi. La volta del presbiterio è decorata da un affresco con il Trionfo dell'Eucaristia, attribuito ad Andrea Urbani e realizzato intorno al 1742. Questo affresco illusionistico crea l'effetto di un oculo aperto nel soffitto, da cui si scorge un cielo animato da angeli. Dietro l'altare maggiore è collocato un prezioso organo di scuola veneta settecentesca, attribuito a Pietro Nacchini o al suo discepolo Gaetano Callido.
Modalità d'accesso
Accessibile dal piano stradale
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 20 agosto 2025, 10:15