Notturni diversi #14: Inniò

Pubblicato il 14 giugno 2018 • Cultura

Sabato 30 giugno 2018

ore 21.00 - Frazione Oblizza
Stregna (Udine)
Voi ch’ascoltate: Valli del Natisone-Benecjia – 
a cura dell’Associazione culturale Potok.
Con Maurizio Benedetti, Guido Cupani, Patrizia Dughero, Roberto Ferrari, Gianluca Gobbato, Piero Simon Ostan, Francesco Tomada, Patrick Williamson. Paesaggi sonori di Martin O’Loughlin (didgeridoo) e Sandro Carta (tromba, electronics).

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Esiste luogo per la Poesia nel mondo contemporaneo?

Oggi, chiunque si occupi di poesia ha la sensazione di essere fuori luogo, che non vi sia uno spazio possibile per accoglierla, in quanto si presenta come non necessaria all’efficace svolgimento delle attività umane. Sottratta alla logica funzionale che guida l’agire contemporaneo, la poesia non ha mercato, la poesia non fa spettacolo, la poesia non alimenta il circo dell’informazione mediatica.

Ma proprio perché pare non esistere questo spazio alla vita della poesia, il Porto dei Benandanti tenta di offrire una possibile risposta accogliendo la suggestione ispirata da INNIÒ, una delle più significative e lungimiranti poesie di Pierluigi Cappello, poeta friulano scomparso lo scorso anno, tra le voci più importanti ed ascoltate del panorama poetico italiano degli ultimi anni.

Come ricordato dallo stesso Cappello INNIÒ è un avverbio friulano ormai caduto in disuso, formato da una preposizione e da una negazione. Significa precisamente “in nessun luogo, da nessuna parte”.

Il nessun luogo proposto da Cappello ci è sembrato aprire alla poesia uno spazio inaspettato, non calcolabile con la precisione dei moderni navigatori satellitari, uno spazio dato invece dalla possibilità di trovarsi in tutti i luoghi esistenti e immaginabili, svincolati dal tempo e dallo spazio della concretezza. Il luogo della poesia ci è apparso così essere anche quello del rischio, dell’assenza di coordinate rassicuranti che ci garantiscono sul dove siamo. Esso esiste dentro il desiderio di ascolto notturno delle nostre più intime ed inesplicabili emozioni.

E come dice lo stesso Cappello:

“Jo? Jo o voi discôlç viers inniò” (Io? Io vado scalzo verso inniò)
“perché qui c’è da camminare nel buio della parola”
“per trovare la nostra ricchezza più segreta”.

(colegamento al sito http://www.notturnidiversi.it/)